L'esercizio che segue è sulla concordanza dei tempi. Si può dire che questo fenomeno esista in tutte le proposizioni subordinate. Se c'è una proposizione subordinata bisogna chiarire se l'azione descritta nella proposizione subordinata si è svolta prima, allo stesso tempo o dopo l'azione descritta nella proposizione principale. Verbi come pensare, credere, temere, sperare, dire, contare ecc. descrivono una presentazione mentale. Qualcuno crede o spera che qualcosa sia successo prima, stia succedendo o succederà. Alcuni di questi verbi reggono l'indicativo, altri il conjuntivo, ma la logica è la stessa in entrambi i casi. Il discorso indiretto è molto spesso visto come un fenomeno speciale, il che è sbagliato. Esso è soltanto un caso speciale della concordanza dei tempi in generale: per quanto riguarda i tempi verbali da utilizzare non c'è nessuna differenza.
Io dissi che aveva mentito.
Io pensai che aveva mentito.
La logica è la stessa anche nel caso in cui il verbo della proposizione principale regga il conjuntivo. A ciascuno dei tempi verbali dell'indicativo corrisponde un tempo verbale in congiuntivo. Anche se il verbo della proposizione principale richiede il congiuntivo bisogna chiarire se gli avvenimenti descritti nella proposizione subordinata si sono svolti prima, allo stesso tempo o dopo essere stati immaginati.
Io temetti che avessi mentito.
Io temetti che mentisse.
Io temetti che avrebbe mentito.
Io temo che abbia mentito.
Io temo che menta.
Tuttavia, c'è una differenza per quanto riguarda i verbi che richiedono l'INDICATIVO in comparazione con l'italiano. (In CONGIUNTIVO non c'è nessuna differenza.) Se l'azione descritta nella proposizione è accaduta nel passato prossimo del parlante si usa il passato prossimo in italiano: Io so che ha mentito. Questo si deve al fatto che il passato prossimo in italiano viene utilizzato se un'azione ha ancora un impatto sul presente del locutore. In una frase come "Ho perduto il mio portamonete, non posso pagare", l'evento del passato prossimo, perdere il portamonete, ha un impatto sul presente. Il tempo verbale che corrisponde formalmente al passato prossimo italiano, che è formato alla stessa maniera, non ha questa funzione all'indicativo in portoghese, e per tanto si deve utilizzare il pretérito perfeito simples in questo contesto, cfr. 11.2.
All'INDICATIVO abbiamo pertanto il sistema presentato schematicamente nella tabella qui sotto.
* soltanto se l'azzione si ripete o dura fino il presente del locutoro.
Al CONGIUNTIVO (conjuntivo) non c'è nessuna differenza tra l'italiano e il portoghese. Scegliete nelle frasi seguenti l'opzione che corrisponde alla frase italiana. Possono esserci varie opzioni grammaticalmente corrette, ma soltanto una corrisponde alla frase italiana.